22 novembre 2009

Commento n 1

Commenti e note in ordine sparso alla ‘’verita’’’ di Paolo Cucchiarelli
a cura di Enrico Di Cola
http://stragedistato.blogspot.com/

A p. 318 Cucchiarelli scrive
“ Valpreda certo si era fidato di tanti amici. C'era chi offriva questo, chi quello: tutto sembrava possibile allora, a portata di mano, realizzabile e facile. Troppo facile. Il giro non era affatto fidato. I fascisti infatti seguivano da vicino tutta la preparazione dell'operazione, tramite Mario Merlino e altri infiltrati nel circolo romano, mai identificati. Tra questi c'era un certo Fefè, un certo D.; nel gruppo, dopo la strage, si indicò anche un certo F., anch'egli legato a filo doppio a Merlino. C'era il greco Cristus, esponente fascista dell'ESESI, l'organizzazione degli studenti greci in Italia che sosteneva il regime dei colonnelli. E poi a Milano, c'era la commistione con i maoisti e nazi-maoisti che inquinava i gruppi neo anarchici e marxisti-leninisti “

Risposta:
Aumentando il numero delle bombe devono aumentare i bombaroli e se possibile anche il numero di infiltrati fascisti. Qui Cucchiarelli fa delle dichiarazioni estremamente gravi senza peraltro portare la benchè minima prova di quanto sostiene. Non vi sono infatti note o richiami a documenti e quindi dobbiamo dedurre che ci troviamo di fronte a farina del sacco dello scrittore stesso.
Da dove ricaverebbe il signor Cucchiarelli la presenza di altri infiltrati “mai identificati” nel circolo romano non è quindi dato sapere. Certo è che gli servono (altrimenti le bombe romane chi le ha messe?)
Così tra questi fantomatici infiltrati ci sarebbero stati un certo Fefè, un certo D. e anche un certo F.
Ora un Fefè c'era sicuramente tra di noi: si trattava di un compagno romano molto attivo e conosciuto nel movimento. Un compagno mai stato fascista e tantomeno infiltrato tra di noi. Secondo alcuni sarebbe morto alcuni anni fà e quindi non potrebbe difendersi oggi da questa odiosa accusa per cui lo faccio io per lui.
Riguardo ai certi “D.” e “F” , - iniziali che non dicono nulla e dietro le quali si potrebbe nascondere di tutto ...o il niente totale – per essere un minimo credibile Cucchiarelli avrebbe dovuto fare almeno dei nomi. Usare due iniziali e’ un modo vile di insinuare, mettendosi anche al riparo da eventuali contestazioni.
Ma dove la fantasia di Cucchiarelli tocca le vette del ridicolo è quando dal suo cappello magico tira fuori perfino un fascista greco... “Cristus”!
Il “greco Cristus” di cui parla Cucchiarelli in realtà era un italianissimo compagno (Roberto Giuliani) come risulta anche agli atti e nella sentenza di Catanzaro (Capitolo XLIII, La conferenza “truccata”, pag. 982). Insomma un ennesimo tarocco costruito dal Cucchiarelli per puntellare la sua verita’ sulla strage.

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