11 novembre 2009

Lettera aperta di Enrico Di Cola - letta da Roberto Gargamelli il 9 luglio 2009 al Circolo anarchico Ponte della Ghisolfa

(letta il 9 luglio 2009 al Circolo anarchico Ponte della Ghisolfa Nell'anniversario
della morte di Pietro Valpreda)

Lettera aperta di Enrico Di Cola

Cari compagni,
Sono circa 37 anni - dalla liberazione dal carcere di Pietro e gli altri compagni ingiustamente accusati - che non rilascio dichiarazioni pubbliche.
La verità sulla Strage di Stato e sull’assassinio di Pino Pinelli erano ormai realtà acquisite tra la gente, tra i lavoratori, e Pietro, Robero, Emilio – ormai liberi – potevano difendersi e difendermi in modo adeguato e quindi ho ritenuto che la mia voce “da lontano” fosse ormai diventata inutile e superflua.
Poi il tempo è passato e – tranne alla vigilia dei 12 dicembre e del 16 dicembre (quando Pinelli fu assassinato) che sono seguiti – avevo quasi cancellato dalla memoria quei tragici giorni e avvenimenti che ci avevano sconvolto e travolto.
Avrei voluto continuare questo mio silenzio, ma la recente pubblicazione dell’ennesimo libro su Piazza Fontana, che – fin dal titolo – “Il Segreto di Piazza Fontana” lasciava sottendere nuove sconvolgenti rivelazioni, mi ha ridestato dal torpore.
Ho letto le prime recensioni del libello del sig. Paolo Cucchiarelli con un misto di stupore ed una rabbia sempre crescente: poi leggendo questo noir ho capito che il mio lungo silenzio doveva essere rotto, che è necessario dare delle risposte a questo signore e alle malevoli e allucinanti “interpretazioni” e “certezze” che trae dalla lettura di “verbali processuali”, da ignote “fonti di destra” e da depistatori professionali dei servizi segreti e pidduisti come Russomanno.
A distanza di quarant’anni dalla strage di Piazza Fontana e dall’omicidio di Pino Pinelli il visionario signor Paolo Cucchiarelli cerca la quadratura del cerchio della strategia della tensione e impacchetta anarchici e fascisti in un’unica bella confezione regalo: tutti bombaroli ed assassini. Valpreda mette la bomba a Piazza Fontana (ma non sapeva che era una trappola e sarebbe esplosa prima dell’orario di chiusura...grazie anche ad una SECONDA bomba fascista!!! Sic.) .. ma non è il solo, a Milano e Roma altri anarchici (ma siamo sicuri che eravamo veramente anarchici e non “neoanarchici” come veniamo misteriosamente etichettati ) piazzano le altre bombe (cioè membri del “22 marzo” a Roma e dello Scaldasole a Milano)
Neanche Pinelli si salva da questa furia di riscrittura della storia di questo ‘’romanziere’’: Pino sapeva di altre due bombe...(mai trovate o esistite!) e ha cercato di fermare gli attentatori. (quindi sarebbe un complice se conosce attentatori e luoghi! ...ma questo prudentemente non lo scrive ma lo lascia solo intendere).
Come ben illustra il titolo di questo incontro: Piazza Fontana strage di stato, Valpreda innocente Pinelli assassinato. Vittime e carnefici non condividono la memoria, io credo che oggi sia necessario un grosso impegno di tutti noi, di tutta la sinistra (o quel che ne rimane) a far si che la nostra memoria collettiva e le figure dei nostri compagni che ci hanno lasciato non vengano stravolte ed insudiciate. Dobbiamo rialzare la testa così come facemmo dopo le bombe del 12 dicembre, per fronteggiare questa immonda campagna di criminalizzazione e riscrittura della storia.
Credo anche che tutti i compagni che allora furono coinvolti – non solo giudiziariamente ma anche emotivamente per essere stati vicini alle persone e circoli colpiti dalla repressione, debbano fare un passo in avanti rispetto al passato. Ora che siamo in condizione di farlo perchè fuori dalle galere, fuori dalle latitanze, fuori dalle persecuzioni e dalle paure di quei giorni, credo sia giunto il momento di prendere un impegno davanti a tutti i compagni – sia quelli presenti che i tanti ormai non ci sono piu’ - senza timori per i nostri errori, per le nostre stupidate: è giunto il momento che tutti assieme scriviamo chi eravamo e cosa realmente facevamo. Non è più accettabile e tollerabile che veline, verbali estorti, questurini, fascisti, voci diffuse ad arte, depistatori di ieri e di oggi possano attaccarci addosso etichette, vizi e colpe che non abbiamo mai avuto.
Solo in questo modo – io credo – potremo ricordare coloro che ci hanno lasciato e che non possono più difendersi.
Ciao Pietro, ciao Pino, ciao Aldo e Anna Rossi, ciao Angelo Casile, Giovanni Aricò,
Annelise Borth, Luigi Lo Celso, Franco Scordo, ciao Giovanni Ferraro, ciao Amerigo
Mattozzi. E ciao anche ad Eduardo Di Giovanni e Marco Ligini che furono tra i pochi
della sinistra che ci aiutarono in quei tragici frangenti.
Ciao a tutti ....noi non dimentichiamo!

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